sabato 4 gennaio 2014

una maratona al giorno...janette murray

Mi capita spesso di trovarmi in un punto del mio percorso di vita e alimentazione un po' scoraggiata, alla ricerca di quel "qualcosa" che mi faccia ripartire con slancio e determinazione, ed ecco che puntualmente mi arrivano sotto mano notizie come queste, e allora mi accorgo che, in fondo sono sempre rimasta sulla via maestra, mi sono solo fermata un attimo ad ascoltare la natura intorno a me.... 

Da il corriere della sera...


Nel 2001, all’età di 52 anni, i medici le dissero che aveva appena 6 mesi di vita, che sarebbero forse potuti raddoppiare con le giuste terapie, a causa di una forma particolarmente aggressiva di cancro al seno. Una diagnosi terribile, che però Janette Murray-Wakelin, vegana e crudista convinta da tutta una vita, si rifiutò di accettare e una volta capito cosa avesse potuto causarle il tumore (ovvero, l’accidentale esposizione a delle sostanze tossiche durante due incidenti verificatisi qualche anno prima), ha passato i sei mesi che avrebbe invece dovuto dedicare alla chemio a ripulire il suo organismo dalle tossine e a rafforzare il sistema immunitario con regolari sedute di yoga ed allenamenti sulla lunga distanza. Da allora sono passati dodici anni, durante i quali la coraggiosa Janette non ha mai smesso di correre, come ha raccontato lei stessa nel libro «Raw Can Cure Cancer». E a farle compagnia chilometro dopo chilometro, l’adorato marito Alan, che con la sua Janette ha condiviso molto più che una scelta di vita crudista e vegana, visto che è proprio correndo che i due hanno attraversato il 2013, disputando una maratona al giorno per 365 giorni consecutivi, che sono diventati 366 con la corsa extra che hanno fatto ieri da Melbourne a Warrandyte e che ha permesso loro di stabilire il nuovo record mondiale (il precedente apparteneva al belga Stefaan Engels, che nel 2011 corse 365 maratone in un anno).
IN GIRO PER L’AUSTRALIA - Ad ispirare Janette ed Alan in questa lunga corsa di oltre 16mila chilometri in giro per l’Australia, raccontata da un seguitissimo blog giornaliero suFacebook , la volontà di raccogliere fondi per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla necessità di scelte di vita più consapevoli, nel rispetto dell’ambiente e di tutte le forme viventi, per un futuro realmente ecosostenibile. «Siamo molto più in salute e fisicamente in forma adesso che abbiamo sessant’anni suonati di quando eravamo più giovani», hanno commentato i due maratoneti vegani al termine della loro impresa, che li ha visti sfiorare un ciclone ed arrivare vicinissimi ad un incendio e sfidare persino le grandi piogge. Ma nulla è riuscito a fermarli, nemmeno la tempesta di grandine di Perth o il caldo torrido (44 gradi) di Canberra, mentre il solo rammarico è stato quello di non essere a casa per la nascita del quarto nipotino, Marlo, avvenuta a giugno. «Le prime settimane sono state tremende – ha ammesso il 68enne signor Murray – perché avevamo dolori ovunque, ma poi è diventato sempre più facile andare avanti e credo non ci sia stato un solo giorno in cui abbiamo realmente pensato di non farcela».
CORRERE PER LA VITA - Assistiti da una squadra di volontari, che provvedeva ai rifornimenti durante le singole corse e li seguiva in un furgone, per tutto l’anno passato Janette ed Alan si sono svegliati alle quattro del mattino e hanno corso fino alle quattro del pomeriggio, seguendo un regime alimentare a dir poco estremo ma rigorosamente crudista, che prevedeva dieci banane, un pompelmo e un frullato di datteri a testa per colazione; altre dieci banane ciascuno alle 8; un frullato di verdura un’ora più tardi; una macedonia al raggiungimento del 30° chilometro e tre arance al 37°, mentre a cena via libera ad avocado, succo di verdure ed insalata. «Non vedo l’ora di avere una giornata tutta per me – ha ammesso Janette al Telegraph al termine della maratona infinita, durante la quale ha pure incontrato un cugino motociclista che non vedeva da 45 anni – che intendo trascorrere a dormire, fare giardinaggio e stare coi miei nipotini, ma poi il giorno successivo riprenderò a correre, perché non bisogna mai smettere di fare qualcosa che funziona e per come mi sento, potrei correre per sempre».


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